Ferdinando Cafiero si atteggia a filosofo e artista ma in realtà è un imbroglione che si imbuca alle feste della buona società per rubacchiare cibi e bevande e poi rivenderle a ristoranti e trattorie. Fino a che arriva a spacciarsi per commendatore così da convincere dei ricchi aristocratici a fare donazioni per una famiglia bisognosa, ovviamente la sua. Ma qui che cominciano i guai. È l'incipit di «Caviale e lenticchie», uno dei titoli più celebri di Giulio Scarnicci e Renzo Tarabusi, entrambi fiorentini, brillanti autori di riviste e di spettacoli teatrali, oltre che televisivi, attivissimi negli anni '50-'60. Basti pensare a «Un,due, tre», show tv con Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello che ha fatto epoca. Ora «Caviale e lenticchie» torna sul palco da stasera a domenica 27novembre al Teatro Totò, con Benedetto Casillo regista e protagonista,oltre che autore di una riduzione teatrale che si rifà a quella di Nino Taranto. Con lui una compagnia di 14 attori, tra cui spiccano i fedelissimi Patrizia Capuano, Angelo Murano, Gennaro Morrone.
Per lei Casillo, Ferdinando Cafiero è quasi un alter ego?
«Questo titolo l'ho portato in scena nel 1999 e nel 2009,e ora lo ripropongo a grande richiesta a Napoli e in tutto il sud, oltre che al Parioli di Roma a marzo prossimo. Nonostante non fossero napoletani, Scarnicci e Tarabusi avevano un humus tipicamente partenopeo e di ciò si accorse il grande Nino Taranto, di cui questanno ricorre il trentennale della morte e a cui quindi dedichiamo questo lavoro. Lui lo rielaborò nel suo stile e ne fece un capolavoro comico partenopeo. Io ho lavorato a quella versione per trarne una mia, in cui ho inserito una serie di citazioni, dal "Musichiere" di Mario Riva a "Lascia o raddoppia"».
Ci sono echi di «Miseria e nobiltà»?
«Ci sono i ricchi e i poverissimi, quindi il tema torna. Ma cè anche un presunto omicidio, con il morto che si risveglia di notte e che trasforma il lavoro in un thriller comico. Insomma, dopo le belle esperienze accanto a Pierpaolo Sepe, alle prese con Beckett, Ruccello, Eduardo, torno alla mia vecchia, cara, commedia di tradizione».
A Natale intanto si rivedranno «Razzullo e Sarchiapone»?
«Faremo 5 repliche al Delle Palme, dopo il successo dell'anno scorso. È una Cantata dei pastori riveduta e corretta, con band dal vivo sul palco capitanata da Carlo Faiello e questa strana coppia formata da me e Giovanni Mauriello».
E il cinema?
« A marzo uscirà il primo film di Simone Schettino, "Made in China...napoletano", in cui un gruppo di amici si inventa un contrabbando di prodotti napoletani doc».
E la sua idea di portare a teatro il mitico «Così parlo Bellavista»?
«C'è sempre, anzi diciamo che oggi è molto più concreta. Ma presto se ne saprà di più».
Stefano Prestisimone - Il Mattino