
Ologrammi, personaggi che appaiono sul palco perfettamente riprodotti e che evaporano in una nuvola di fumo, fantasmi che popolano un lugubre maniero. Sono i coprotagonisti di «Ma che bel castello», il nuovo show supertecnologico di Lino Barbieri in scena solo mercoledì sera in anteprima al Cilea con la regia di Massimo Cinque, prodotto da Italia Concerti e gli effetti speciali della Emmedue Service, per la prima volta su un palcoscenico teatrale.
Tra paura e risate si capirà che i veri mostri non sono dentro ma fuori al castello, ovvero nel mondo reale. Tantissimi protagonisti dunque, ma solo uno in carne ed ossa, Lino Barbieri, comico e imitatore che interagisce con gli ologrammi, ovvero con i personaggi da lui stesso imitati che appaiono sul palco.
Uno spettacolo scritto con Lello Marangio, Anna Mazza e Roberto Russo, e con cinque ballerine). «Il maniero fa paura, ma è poca cosa rispetto ai personaggi che fanno parte della nostra Italietta». «E il nostro eroe - spiega Barbieri - si troverà a chiedere ospitalità agli abitanti del castello dal quale poi non vorrà più uscire per salvarsi dal mondo esterno, ma dovrà fare i conti con il castellano, don Pietro Savastano della serie tv "Gomorra" che interagisce con lui sotto forma di ologramma. Il castellano vuol capire perché chiede ospitalità eterna e pretende le prove dello sfacelo esterno».
E poi cosa accade? «Qui scattano le mie performance, sia sotto forma di monologhi che di dialoghi con gli ologrammi di Renzi e Salvini, continua Barbieri - il turista riuscirà a restare nel castello, ma scoprirà che purtroppo anche lì ci sono corruzione e imbrogli. Ho preparato oltre venti personaggi. Oltre i politici imito Cocciante e Costanzo, riprodotti in scala ridotta con un effetto comico, Pavarotti, Mentana, Bolle, Fazio, Zero, e Pino Daniele, che ovviamente si trasforma in un omaggio accorato. Ma ci sono monologhi seri sul femminicidio e i suicidi degli imprenditori».
Stefano Prestisimone - Il Mattino