Ottant'anni in primavera, dagli anni Cinquanta sulle scene con i più grandi registi del nostro teatro: gli esordi con la compagnia di De Filippo, poi Patroni Griffi e un "passaggio" importante in televisione.
Tra pochi giorni, sabato prossimo, l'atteso debutto al Parco Archeologico Pausilypon. Angela Pagano è attrice tra le più importanti del panorama della nostra città e non soltanto, ovviamente: dal debutto con Eduardo alla fine degli anni '50, ha lavorato con registi del calibro di Giuseppe Patroni Griffi e ha diviso il palcoscenico con Pupella Maggio ed altri grandi. Sabato, appunto, sarà Ecuba nell'allestimento di "Le Troiane" di Euripide, messo in scena dal regista russo Valery Fokin e da Nikolay Roshchin per il Napoli Teatro Festival Italia.
Angela Pagano, sarà un altro dei tanti importanti debutti della sua lunga carriera teatrale.
"I debutti per me sono sempre una novità, uno spettacolo nuovo è come il primo: le stesse emozioni, l'ansia della prima riunione di compagnia, è come ritornare al primo giorno di scuola. Così se "Orestea" era fino a ieri lo spettacolo più bello, quello che sta per venire lo supera in aspettative. È sempre così, è la mia passione".
Essere protagonista è una responsabilità grande.
"Qui ci sono altre quattro splendide attrici tanto più giovani di me, quattro protagoniste, ed Ecuba è la quinta. Ma in verità io non ho mai subito questo fascino: protagonista si diventa in scena, anche poche battute ed ecco che sono protagonista di un momento importante ".
Come e quando ha incominciato?
"Ero una ragazzina, lavoravo in un negozio, parlavo bene l'inglese, traducevo per i turisti, qualcuno mi disse che Eduardo cercava "una persona". Non disse un'attrice... Non sapevo nemmeno chi fosse Eduardo. Famiglia povera, tanti figli, non c'erano soldi per i libri e per il teatro. Andai al San Ferdinando con un po' di incoscienza: Pina, la storica portinaia mi diede un foglietto con le battute da imparare a memoria, "Eduardo ti sente", mi disse. Tre giorni dopo mi feci coraggio e "me menaje". Il "direttore", Eduardo si faceva chiamare così, mi osservava, aveva occhi pungenti come spilli. Mi prese in compagnia per tre mesi, ci rimasi per una vita ".
Prove faticose...
"Agli inizi senza scena, a terra solo dei segni. Non capivo cosa fossero, il primo giorno avanzai ed Eduardo mi disse: "Avete sfondato una parete". "E a me chi me l'ha detto", risposi impudente. Forse la mia franchezza gli piacque, mi fece avvicinare e mi mostrò la "pianta" del palcoscenico. Così ho imparato a conoscere il teatro."
E nacque un rapporto che non si sarebbe mai del tutto interrotto.
"Mi ha regalato la sua intelligenza teatrale. Ma devo tanto anche a Luca, a Peppino Patroni Griffi, ad Armando Pugliese. Momenti straordinari, allegria, divertimento, litigate. Ho interpretato De Filippo, Scarpetta, Viviani. Patroni Griffi mi regalò il ruolo di Violante in "Persone naturali e strafottenti" dopo che lo aveva fatto Pupella, e con Armando Pugliese sono stata la Bernardina del "Masaniello" che non dimenticherò mai"
Il teatro la ha portata sempre in giro: e la sua Napoli, Pagano?
"Un attore deve essere un po' girovago, vive dove deve lavorare ed a Napoli ci sono sempre venuta. A Roma però ci sono stata cinquant'anni, poi, all'improvviso mi sono ritrovata a non avere più amici, mi sono sentita sola. Poi l'anno scorso Luca De Fusco mi ha offerto di tornare e mi sono messa a cercare una casa qui. Sono nata in un quartiere popolare, la Stella, non cercavo il lusso, volevo solo una casa con un piccolo terrazzo da cui vedere la città. Sono in affitto, il teatro non paga ma ripaga. Se scegli di fare l'attore, un incontro per strada e un sorriso ripagano più di una villa al mare. L'importante sapere di poter essere sempre in compagnia di amici fedeli, sono felice così".
Cosa ama fare in questa sua vita napoletana?
"Andare per le botteghe, mai nei supermercati, passeggiare ai Quartieri spagnoli, alla Speranzella, via Cavallerizza. Non amo via Toledo che è troppo convulsa: preferisco le strade piccole, mi ricordano i Vergini della mia infanzia, la salumeria dove mamma la sera mi mandava a comprare cicoli e ricotta per cena. Mi piace tanto la Floridiana che però ora non è bella come una volta, e mi piace vedere il mare...".
Quanto è cambiata Napoli?
"Molto, è cresciuta culturalmente, c'è tanto movimento teatrale, ricerca, classicità, artisti giovani anche molto bravi: vado a cercarmeli, do loro consigli, incoraggiamento. E poi vado al cinema, cerco di conoscere le persone, di capire i cambiamenti della
E il tempo che trascorre a casa?
"Leggo, tanto, tutto: narrativa però. Ora ho letto "Il genio dell'abbandono" di Wanda Marasco, è bellissimo. Ma il mio libro del cuore è "Il resto di niente" di Enzo Striano: ogni tanto ne rileggo un capitolo, anche poche righe mi emozionano, descrive una Napoli sconosciuta ai più, nei sentimenti e nella storia."
Per un'attrice non è mai tempo di bilanci. Ma se dovesse farne, Angela Pagano?
"Il primo aprile prossimo avrò 80 anni, è un privilegio ed una fortuna, ho tanta energia, non mi fermo. Ecuba, il mio ultimo personaggio, dice "nessuno pensi che la sua fortuna sia stabile, nessuno è felice per sempre". Io posso dire di essere stata fortunata: nulla mi è stato regalato però, la fortuna me la sono conquistata e difesa. Felice? A giorni ne sono convinta, a giorni meno, e me ne vado a San Domenico Maggiore, mi seggo a un tavolino, prendo un caffè, leggo il giornale, torno a casa felice".
Giulio Baffi - La Repubblica - foto di Riccardo Siano