ALL'AUGUSTEO QUELLA FAVOLA CHE CONTINUA A CORRERE SULLA VESPA
Sono passati undici anni da quando il gran maestro della commedia musicale all'italiana, Pietro Garinei, portò dal Sistina all'Augusteo il suo allestimento di «Vacanze romane», tratto dall'omonimo e celeberrimo film di William Wyler. E adesso «Vacanze romane» è tornato all'Augusteo in una nuova edizione, che tiene conto di quella precedente ma si apre a inedite soluzioni soprattutto per quanto riguarda il rapporto fra le canzoni, i notissimi brani di Cole Porter e  di Armando Trovajoli, e il testo che Iaia Fiastri ricavò dal libretto originale di Paul Blake. Sul piano strettamente spettacolare, l'invenzione più rilevante riguarda la mitica Vespa assunta come il simbolo dell'Italia che si lasciava alle spalle le memorie tristi della guerra e si volgeva a quello che poi sarebbe stato chiamato il «miracolo economico»: nell'allestimento di Garinei lo scooter emergeva dal sottopalco tendenziosamente illuminato proprio come si conviene ai simboli dichiarati, mentre nell’allestimento odierno, firmato da Luigi Russo, fa il suo ingresso dalla platea guidato da Otello, il fotografo che ne è  il legittimo proprietario. 
Poi, arrivato sul palcoscenico, si ferma con le ruote bloccate e accoglie in sella i due personaggi principali che ripetono il giro per Roma compiuto nel film dagl' indimenticabili Audrey Hepburn e Gregory Peck. 
E sul fondale scorrono, a dare l'illusione del movimento, i monumenti celebri dell’Urbe davanti ai quali la Vespa passa. Una soluzione, questa, che viene ripresa pari pari dall’allestimento di Garinei. In effetti, la nuova edizione di «Vacanze romane» non provoca sorprese. Nessuna modifica, ovviamente, è stata apportata alla storia (ma si tratta, piuttosto, di una vera e propria favola) che vede la principessa Anna arrivare nella nostra capitale in viaggio diplomatico e innamorarsi del giornalista, alquanto male in arnese, Gianni Velani. 
Tanto per fare solo un esempio, la Fiastri continua a mettere in bocca alla principessa una citazione dell’ormai dimenticato Salvatore Quasimodo. E i bei costumi sono della stessa Silvia Frattolillo che già prese parte all’edizione varata da Garinei. Invece, acquista un rilievo maggiore il dato specificamente teatrale. Soprattutto grazie all'ingresso nel cast di un'attrice dotata ed esperta come Fioretta Mari, qui nel ruolo della contessa. 
E un identico discorso va fatto per Laura Di Mauro (Francesca), anche lei presente nell’edizione di undici anni fa. Infine, va detto che molto brava è Serena Autieri nella parte di Anna, specialmente sul piano del canto; e l'affianca un Velani al quale Paolo Conticini conferisce, insieme con la simpatia, l'eco del suo accento toscano. 
Grandi applausi alla «prima». 

Enrico Fiore  -  Il Mattino


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