
Si chiude stasera a Napoli, teatro Bellini, la tranche indoor del tour di Simona Molinari, in giro con la Mosca Jazz Band più un quartetto d'archi e le canzoni di «Casa mia», il suo ultimo album:
«Se quello era un ritorno alle origini, agli standard con cui avevo iniziato, stasera è un doppio ritorno: a Napoli, città dove sono nata, concludo un giro di concerti aperto a L'Aquila, dove sono cresciuta. Insomma, è festa, ma senza scocciature di formalità, da vivere con le persone a cui voglio bene, con gli spartiti e i suoni che mi hanno cresciuta».
In una scenografia «che ricorda davvero casa mia, in cui c'è persino il mio prezioso grammofono, invito il pubblico a fare come se fosse a casa sua. Intanto, tra i classici del jazz sfilano le canzoni della mia carriera, come passando da una stanza allaltra del mio appartamento, da una stagione allaltra della mia vita, della mia carriera. Tutto si tiene, da "Egocentrica" a "Smoke getsin your eyes", tranne le cose che ho buttato via. E i suoni dei brani che mi hanno fatto conoscere grazie a Sanremo convivono senza problemi con gli arrangiamenti personali che ho scelto per classici del jazz».
A questo punto, dopo una nuova tranche estiva, per la bella Simona potrebbe essere venuto il momento di un «trasloco» stilistico: «È vero, sento di aver concluso un ciclo, avverto il bisogno di nuovi stimoli, nuove avventure, nuove "case". I brani che stanno venendo fuori in questo periodo sono lontani abbastanza da quanto fatto finora, ma in qualche modo il profumo del jazz continuerò a portarmelo addosso».
f.v. Il Mattino