Alla base c'è Shakespeare, mescolato con la riscrittura ottocentesca dellAmleto di John Poole e il Don Fausto di Petito.
Si chiama «Hamlet Travestie» la pièce in programma da stasera al Bellini e portata in scena dal gruppo di Punta Corsara, il pluripremiato progetto d'impresa nato quasi dieci anni fa nel quartiere di Scampia che oggi partorisce una compagnia di attori capace di calcare un palcoscenico come quello di Via Conte di Ruvo.
Punta Corsara, che fu un'emanazione di «Arrevuoto», oggi è un'autonoma realtà professionale che può vantare nonostante la sua breve storia tanti riconoscimenti tra cui due Premi Ubu.
Portato in scena in collaborazione con il teatro Franco Parenti di Milano, scritto da Emanuele Valenti e Gianni Vastarella e diretto dallo stesso Valenti (braccio destro di Marco Martinelli nei primi anni di Punta Corsara), ha nel cast tutti ragazzi nati artisticamente con il progetto di Scampia, ovvero Giuseppina Cervizzi, Christian Giroso, Vincenzo Nemolato, Valeria Pollice, Emanuele Valenti, Gianni Vastarella.
«Ad inizio Ottocento in Inghilterra si poteva recitare prosa solo nei due teatri principali mentre alle sale minori erano riservati altri generi, tra cui quello musicale», spiega Emanuele Valenti, «quindi John Poole, un autore dellepoca, scrisse una parodia musicale dell'Amleto, intitolata "Hamlet Travestie" che sta per "burlato". Un modo per aggirare l'ostacolo. Partendo da quell'idea, abbiamo tratto ispirazione dal "Don Fausto" di Petito in cui l'autore portava in scena la parodia del "Faust" di Goethe, con una famiglia Barilotto protagonista assieme al suo capofamiglia Fausto Barilotto. Noi abbiamo trasferito il tutto nell'Amleto, mettendo al centro questo sgangherato nucleo familiare, già quotidianamente alle prese con la gestione di una bancarella e dei molti debiti da saldare, che improvvisamente vede aggravarsi la propria situazione quando uno di loro, il giovane Amleto, sconvolto dalla morte del padre e confuso dal nome che porta, si aliena dalla realtà e si convince di essere condannato allo stesso destino del principe di Danimarca. Da qui scaturisce la decisione del resto della famiglia, di inscenare l'Amleto di Shakespeare per procurare al ragazzo uno shock che possa rinsavirlo»
Stefano Prestisimone - Il Mattino