Nel suo nuovo recital teatrale, tutto da ridere per non piangere, Marco Travaglio-con l'aiuto dellattrice Giorgia Salari, per la regìa di Valerio Binasco - racconta come i giornalisti, gli intellettuali e gli opinionisti più servili del mondo abbiano «beatificato, osannato, magnificato, propagandato e smarchettato la peggior classe dirigente del mondo».
Da stasera, e fino a domenica, a dargli ragione o torto sarà il pubblico del teatro Bellini. Travaglio promette di prendersela con «politici incapaci di ogni colore, ma(g)nager voraci, (im)prenditori falliti che hanno quasi distrutto l'Italia e stanno completando l'opera».
In scena vedremo cronache da Istituto Luce, commenti da Minculpop, ritratti da vite dei santi, tg e programmi di regime accusati di aver cloroformizzato lopinione pubblica per portare con sensi e votia lla casta che in Italia sembra godere dell'elisir di vita eterna.
Tutto questo è «Slurp», sottotitolo «Lecchini, cortigiani & penne alla bava al servizio dei potenti che ci hanno rovinati».
Un recital che vuole essere terapeutico, che si presenta come un'arma di autodifesa, un antidoto satirico che ci aiuta a guarire - ridendo - dai virus del conformismo, della piaggeria, della creduloneria, «dell'autolesionismo che porta noi italiani a innamorarci immancabilmente del Nemico. Che ci rovina e ci rapina col sorriso sulle labbra, mentre noi teniamo la testa ben affondata nella sabbia».
Un racconto amaramente comico che nelle intenzioni di Travaglio suggerisce che le abitudini di compiacere il potere non sono molto cambiate dagli anni del fascismo a oggi.
Regalando risate amare, appunto.
Fonte: Il Mattino