Soler crea micro-mondi nei quali si passa, repentinamente ma mai superficialmente, dalla risata alla tragedia, dal paradosso al melodramma. In questa drammaturgia surreale, nera, ironica, grottesca e disturbante, ma anche piena di pietas, c'è tutta la trasformazione antropologica, mediatica e geopolitica di questo mondo. Una Trilogia di formalismo estremo, una frontalità esasperata in grado di farsi allimprovviso ''calda'', permettendo un gioco attoriale apparentemente distaccato ma estremamente toccante.