
Tratto dallomonima pièce di Marguerite Duras del 1968, il ritratto di una donna intrappolata in un matrimonio infelice, chiamata a scegliere tra il destino di madre e moglie borghese e il sogno di libertà incarnato dal giovane amante
«Penso che la differenza fra teatro e cinema sia la libertà: uno spettacolo che si svolge di fronte a un pubblico generalmente seduto è sostituito dal punto di vista libero, a 360°, di una macchina da presa che accompagna un pubblico altrettanto statico in un viaggio immaginario, avvicinandosi o allontanandosi, lambendo le cose o affrontandole di petto, a seconda delle sfumature di ciò che avviene, non più in scena ma su uno schermo. Con la complicità dei miei grandi interpreti, vorrei trovare una successione di immagini che replichino una geometria mentale e sentimentale: la casa al mare, dal mattino alla sera, tra carrellate, campi lunghi, primi piani, mormorii dietro le parole Tutto questo alla ricerca di Susanna Andler». Benoît Jacquot
Benoît Jacquot (Parigi, Francia, 1947) ha cominciato la sua carriera nel cinema fin da giovanissimo, lavorando dalla metà degli anni 60 come assistente di Bernard Borderie, Marguerite Duras, Marcel Carné e Roger Vadim. Interessato alla psicanalisi, nel 1974 ha filmato alcuni seminari del grande psicanalista Jacques Lacan (Jacques Lacan: psychanalyse - 1ère e 2e partie) e lanno successivo ha esordito alla regia con Lassassin musicien. Cineasta sfuggente, come lo ha definito il critico Jean-Michel Frodon, «che crede fortemente nella realtà, nella letteratura e nellinconscio», nel corso della sua lunga e prolifica carriera Jacquot ha realizzato diversi film dargomento letterario (Dostoevskij, James, Borges, Salinger, Goethe, Delillo), storico (la rivoluzione francese, lopera ottocentesca) e, per lappunto, psicanalitico, legandosi a interpreti femminili come Isabelle Huppert, Virginie Ledoyen, Isild Le Besco, Charlotte Gainsbourg. Con Le septiem ciel (1997), Niente scandalo (1999), Lintouchable (2006) e Tre cuori (2014) ha partecipato in concorso alla Mostra di Venezia, mentre nella competizione di Berlino ha portato Addio mia regina (2012), Journal dune femme de chambre (2015) e Eva (2018). Addio mia regina ha inoltre ottenuto tre César per le scenografie, i costumi e la fotografia.