Il titolo richiama volutamente la famosa scena del cavalluccio del film Così parlò Bellavista e prelude a tutta una serie di vicende umane della nostra città, che diventano argomento di messa in scena teatrale.
Quasi un varietà, con brani di prosa, scenette, poesia e scrosci di attualità, introdotti e/o accompagnati da canzoni classiche napoletane.
Il sipario si apre su una tipica piazza della città sulle note di un famoso pezzo popolare, eseguito da una cantante accompagnata da chitarra e fisarmonica. La piazza si anima e c'è la prima domanda: ''Scusate, ma che è successo? Da giorni non si trova don Felice Sciosciammocca''. Gli attori rappresentano un noto brano di Antonio Petito, padre riconosciuto del teatro moderno napoletano. E poi 'A livella di Totò, i turisti a Napoli, l'ufficio di collocamento, un monologo dissacratorio, ma non tanto, sulle canzoni napoletane, la scena della droga di Così parlò Bellavista, in omaggio a Luciano De Crescenzo, e una preghiera alla Madonna scritta nel 1983, drammaticamente attuale oggi, in questi giorni di disorientamento collettivo. Si conclude con una perla di saggezza popolare racchiusa in un velocissimo racconto natalizio.