Nel Teatro, e nel Teatro Ragazzi in particolare, può succedere che ci siano spettacoli che ti accompagnano per tanto tempo. A volte per tutta la vita. Così è stato lo spettacolo ''Perché'' per me. Ricordo quei giorni del '93/'94 in cui facevo laboratori con bambini di scuola materna ed elementare. Creavo situazioni e inventavo sistemi per raccogliere i tanti ''perché'' dei bambini. Parlavo anche con i genitori. Mi raccontavano le piccole e grandi domande spiazzanti che i figli ponevano loro. Ricordo quando, dopo mille pensieri e mille tentativi, mi sembrava di avere trovato lidea giusta. I bambini mi avevano fatto capire che gli adulti, quando erano indaffarati, non avevano tempo per rispondere. Da questa suggestione era nata l'idea che la scenografia fosse, semplicemente, un grande mucchio di giornali con sopra una poltrona rossa. Il mio personaggio era un padre, reduce dalle tante battaglie quotidiane, che arrivava a casa e voleva stare tranquillo a leggere il giornale. Uno strano pupazzo-figlio gli poneva uninfinità di domande e, il padre, era costretto a rispondere, facendosi trascinare in un gioco di fantasie create proprio con i fogli di giornale. L'elemento che divideva, il giornale, diventava quello che consentiva di comunicare. I bambini mi avevano insegnato che, in uno spettacolo teatrale, il significante e il significato dovevano essere tra loro intimamente legati. I bambini, in fatto di semiotica teatrale, l'hanno sempre saputa lunga. ''Perché'' è uno spettacolo che, per la nostra Compagnia, ha avuto molta fortuna. Ha vinto premi e girato parecchio. In venticinque anni ti si stratificano dentro uninfinità di sensazioni e ricordi: la prima replica, le facce dei bambini francesi, lo Strega gatto, il giorno di Madrid. Mille luoghi e mille situazioni. Mille aneddoti. Mille incontri. In venticinque anni molte cose si modificano. E io, recitando, le ho viste cambiare proprio guardando le pagine di quel giornale che, per vezzo e amore di verità, tenevo in mano allinizio dello spettacolo e che avevo comprato proprio quella mattina in modo che fosse il giornale proprio ''di quel giorno lì''. Così, pagina dopo pagina, ho visto passare politici, guerre, divi internazionali, pubblicità, fatti di cronaca. Lo stesso giornale dal bianco e nero è passato al colore. Il formato si è fatto più piccolo, con non pochi problemi di manipolazione. Ora i giornali sono online!!!Domande eterne, senza tempo. Come se fossero sempre nuove, attuali, universali. Così come gli interrogativi che ponevano e continuano a porre. I bambini per crescere continuano a fare domande ma quali sono le domande di oggi? A questo proposito ci piacerebbe indagare sui perché dei bambini di oggi Per questo motivo chiedo la collaborazione di tutti coloro che vedranno lo spettacolo, per raccoglierne di nuovi, vi chiediamo semplicemente di annotare liberamente i risultati delle chiacchiere con loro dopo lo spettacolo.