Francesco Mancini (Napoli 1672 -Napoli 1737)
«Là dove il bel Sebeto»
Cantata a voce sola e basso continuo
Francesco Paolo Supriani (Napoli 1678 - Napoli 1753)
Toccata decima per violoncello solo
Alessandro Scarlatti (Palermo 1660 -Napoli 1725)
«Là nel bel sen della regal sirena»
Cantata a voce sola e basso continuo
Domenico Scarlatti
Sonata K 208 in la maggiore per clavicembalo - Adagio
Sonata K209 in la maggiore - Allegro
Alessandro Scarlatti
«Là dove a Mergellina»
Cantata a voce sola e basso continuo
Fabio Vacchi (Bologna 1949)
«Partenope eterna» per soprano e clavicembalo
Brano composto su commissione della Fondazione Pietà de' Turchini di Napoli su testo originale di Giuseppe Montesano
Il programma è una preziosa antologia di cantate del primo Settecento scelte con sapiente gusto dal musicologo Paologiovanni Maione. Si tratta di composizioni che nel repertorio cantatistico tra Sei e Settecento, detenevano un ruolo preminente nei circuiti privati con lo scopo di allietare le conversazioni nei salotti dellepoca. Si passa dunque dal tema napoletano adottato da Alessandro Scarlatti con immagini di pastori e sirene a un tono più drammatico e ai madrigalismi di Francesco Mancini, allesercizio ozioso di Domenico Scarlatti le cui sonate erano destinate allo svago di Maria Barbara di Braganza. Le toccate di Supriani, invece, erano destinate a quel milieu di nobili dediti allo studio del violoncello di cui Supriani rappresenta uno dei maggiori esponenti del primo Settecento. In questo repertorio Napoli, ancora una volta, riesce a salire in scena in una visione che la rende fascinosa e ne consolida, nellimmaginario settecentesco, il rango di città musicalissima.
A sugello il brano del maestro Fabio Vacchi che si è lasciato ispirare e guidare dalla voce astrale del soprano Naomi Rivieccio, dal virtuosismo barocco volto al futuro dei Talenti Vulcanici e del loro direttore Stefano Demicheli e dallantica cultura napoletana conservata e rivitalizzata dalla Pietà de Turchini. Giuseppe Montesano, invece, interpreta il pensiero musicale di Vacchi, scrivendo i versi di Partenope Eterna. Il titolo rimanda alle leggende sulle sirene: metà donne e meta uccelli o, in seguito, pesci le Sirene abitano su unisola al largo di Sorrento. Attratti dal loro ammaliante canto, i marinai virano le navi verso la costa rocciosa, dove si schiantano. Avvertito dalla maga Circe, Ulisse scampa a questa sorte facendosi legare allalbero maestro. Vince dunque con lastuzia, perché la volontà nulla può contro il potere primigenio di questa voce femminile. Secondo una delle tante leggende, la sconfitta subita da Odisseo umilia e uccide una delle Sirene, Partenope, spingendo il suo cadavere dove sorgerà Napoli.