Il progetto nasce da un'idea di Luca Saccoia e Vincenzo Ambrosino che ha
preso corpo dallincontro con il sottoscritto e lo scenografo Tiziano
Fario.
Il presepe è l'orizzonte dentro cui si muove tutta lopera sia in senso
reale che metaforico, il presepe è lelemento necessario a Luca Cupiello
per sperare in una umanità rinnovata e senza conflitti, ma è anche la
rappresentazione della nascita e della morte, è il tempo del passaggio
dal vecchio al nuovo, è la miscela tra passato e presente, è una
iconografia consolidata e al tempo stesso da destrutturare di continuo,
il Presepe si rifà ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere e
non piacere.
E proprio da questa ultima affermazione che siamo partiti, cosa è
diventato quel Tommasino,''Nennill'', così come lo appella la madre,
considerandolo un eterno bambino? Come si è trasformato dopo quel
fatidico''s'' sul letto di morte del padre? A queste risposte abbiamo
provato a dare corpo immaginando che Tommasino abbia pronunciato quel ''si'' convinto, che da allora in poi, dovesse esserci un cambiamento,
pensando che non fosse solo un modo di accontentare il padre morente, ma
che fosse l'inizio di un percorso nuovo, di una nascita, così come il
Presepe racconta. Ecco allora Tommasino farsi interprete a suo modo di
una tradizione, eccolo testimone di un rito e di una rievocazione di
fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua
vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte.
Per farlo, per rendere ripetibile il rito, Tommasino si serve di
pupazzi, di figure che si rianimano dentro i suoi sogni/incubi, che
continuano a riaffacciarsi ogni anno come il Presepe e i suoi pastori.
Si lascia sorprendere ancora una volta dalle storie che questi
raccontano, vi prende parte, gli fornisce le battute, riaccarezza il
sogno di Luca Cupiello di smussare i conflitti attraverso il rituale del
Presepe.