Note di sala
Il secolo XVII in Italia è un periodo di cambiamento in ambito musicale. Lo si percepisce dalle lettere, dai trattati, dal fervore con cui sono sostenute le nuove teorie e la nascita del basso continuo. Queste idee, nate in cerchie ristrette di, diremmo oggi, compositori sperimentali, hanno successo, varcano i confini e diventano in pochi anni la forma corrente di notare la musica, grazie alla forza dellapparato teorico e alla semplicità e comodità di poter scrivere ed interpretare con facilità la musica. Per questi motivi, avvicinandoci a questo repertorio, sappiamo che non basta soltanto saper leggere la musica scritta per interpretarne lo spirito. Al contrario più ci si addentra nella ricerca, più si osserva che, la musica nella sua pratica viva e la maniera di notarla sono distanti perché non esiste modo di raccontare la vita di un suono: le note sono pietre, oggetti di costruzione inerti, appoggiate da secoli su un foglio, come testimonianza di un paesaggio che non c'è più e che va ricreato. Infatti è compito di strumenti e voci tornare a trasformare il segno in un suono che, legandosi al testo poetico, diventa un gesto retorico e trasmette un affetto.
Il programma mescola brani di approccio estremamente diverso: da una parte, quasi legato alla composizione di madrigali, si sviluppa un filone di musica strumentale ispirato alla meditazione e basato su sonorità lente e armonie interessanti. Al fianco, incontriamo la forza ritmica, interpretativa e, quindi, improvvisativa delle danze, di chiara ispirazione popolare. Il ballo, sia quello pensato per la nobiltà, che quello di estrazione volgare, è un elemento fondamentale per la socialità del periodo e non stupisce la quantità di musica scritta a questo scopo. Il terzo elemento, che si affaccia verso la metà del secolo, è la composizione di stranezze musicali, attraverso una scrittura priva di regole che evita le etichette di genere musicale e si definisce ''stylus phantasticus''.
La Vaghezza è un trio di sonate che esegue musica del XVII e dellinizio del XVIII secolo, con un interesse particolare per l'imprevedibilità, la stravaganza, l'originalità e la libertà della musica italiana del XVII secolo. Le loro interpretazioni musicali sono storicamente informate, ma sempre guidate soprattutto dalla loro comune sensibilità come ensemble e dalla ricerca della ''Vaghezza'', un concetto estetico che descrive una bellezza impossibile da comprendere o afferrare: come il fumo, qualcosa che chiede di essere toccato pur rimanendo intangibile.
Dalla loro fondazione nel 2016 si sono esibiti nei più stimati festival di musica antica e serie di concerti europei come Utrecht Early Music Festival, Bruges MA Festival, Monteverdi Festival Cremona, Gottingen Handel Festspiele, Ambronay Festival, Innsbruck Festival, Buxton Festival, Festival MiTo, Auditorium de Lyon, Cité de la Voix Vezelay, Thessaloniki Baroque Festival, Società Aquilana Barattelli. Sono stati il primo gruppo ad aggiudicarsi tutti e tre i premi del prestigioso Concorso Handel Gottingen (2018) e hanno ottenuto il primo premio al Concorso Internazionale Maurizio Pratola (2016).
I membri de La Vaghezza sono tutti strumentisti molto richiesti, che collaborano con artisti di fama internazionale nelle sale da concerto più famose del mondo. I cinque musicisti hanno un ruolo paritario nella direzione musicale del gruppo e i due violini suonano il primo e il secondo violino in modo intercambiabile.
La Vaghezza è grata di essere stata sostenuta dal programma EEEmerging young artists dal 2017. Il loro album di debutto ''Sculpting the Fabric'' copre il 1600 italiano ed è stato pubblicato da Ambronay Editions nel marzo 2021.