Nella Tempesta tutti cercano di usurpare, consolidare o innalzare il
proprio potere. Prospero trascura il governo, cioè gestisce male il
potere, e subito suo fratello, il suo stesso sangue, trama contro di lui
insieme al re di Napoli e lo condanna a una morte per acqua. Gonzalo lo
salva, fornendogli segretamente la fonte di un potere ben più grande di
quello politico: la magia. Ma chi è sradicato non può che sradicare,
dice Simone Weil, e così non appena giunto sullisola, Prospero usa il
suo potere magico per sottrarla a Caliban, che prima adotta come figlio e
poi trasforma in schiavo. Lo stesso farà con Ariel: lo libera dalla
schiavitù ma lo condanna a servirlo per dodici anni. Persino il suo
atteggiamento nei confronti di Ferdinando e Miranda è dettato da un mero
interesse dinastico. Anche nella Tempesta, come in tutti i romances,
cè il tema dellunione di due regni.