Da 500 anni Orlando si trascina per il mondo all'incessante ricerca di Angelica.
Pieno di vergogna per la follia amorosa che lo domina, proprio lui che era paladino della Ragione, passa i giorni a maledire i propri sogni e la speranza. Ma ecco che si ritrova fra strane creature in festa, che con
canti, balli ed artifici gli confondono le idee su cosa siano la Ragione e la Follia. Sempre più disorientato, Orlando non sa di trovarsi al cospetto della Follia in persona e dei suoi aiutanti, le chimere, che gli hanno preparato una serata ad hoc.
Il testo di Margherita Pupulin è una reinterpretazione libera e contemporanea dellElogio della Follia di Erasmo da Rotterdam, un interrogativo aperto sul valore dellirrazionale, dei sogni e del mistero che questiona il culto, tutto contemporaneo, del controllo e della razionalizzazione.
Il Palazzo di Atlante, regno di illusioni e mirages dove il grande mago teneva rinchiusi i suoi amati eroi per evitare che, uscendo, venissero uccisi, diventa qui metafora della vita, che ha bisogno di sogno e di folle visione per non dissiparsi. Riabilitando Orlando in quanto testimone di una follia felice, il testo li valorizza le utopie e le incoerenze, alla ricerca di un senso diverso per la vita umana, più integrato, meno escludente: ibrido, come le chimere.