FLUX prende ispirazione da Fluxus movimento e rete internazionale di artisti degli anni 60' In quel periodo vennero gettate le basi per un'attitudine artistica amorfa, fluida, dove musica, danza, poesia, teatro e arti visive, si incontravano secondo un'idea antidogmatica dell'arte.
Da questo spirito comincia l'indagine e la ricerca di una fruizione alternativa di un'installazione danzata.
Come cambia nella costruzione un'idea artistica sviluppata congiuntamente alle nuove tecnologie?
È possibile ricreare la prossimità che si percepisce durante una performance live tradizionalmente intesa?
FLUX è un'esperienza immersiva che attraverso l'uso del visore VR permette allo spettatore di essere al centro dell'azione: un'esperienza a 360° del proprio corpo e di quello della performer, nell'ambiente digitale e poi nello spazio reale. L'esperienza per lo spettatore è duplice. Indossando il visore è immerso in uno spazio virtuale, all'interno del quale potrà osservare sia l'avatar della performer, riprodotta attraverso la tecnica del motion capture, sia entità create completamente in digitale; tolto il visore, lo spettatore si trova nello spazio fisico in cui agisce la performer, potendo percepire direttamente le differenze tra esperienza in VR ed esperienza dal vivo.