Altri dettagli dell'evento:
Volevamo far ridere ma forse abbiamo fallito. Man mano che lo svolgevamo, l'argomento ci bruciava tra le dita: l'attualità ci dava conferma dell'assurdo che fantasticavamo. Di conseguenza l'umorismo si faceva più nero del previsto, la farsa virava verso il grottesco, la commedia diventava indigesta e corrosiva. Di fronte a una realtà che si fa parodia di se stessa, la satira contemporanea ci è parsa un genere compromesso e consolatorio, e allora siamo andati a fondo con questo disagio. Vorremmo che le risate del pubblico finissero con un rospo in gola. Abbiamo proiettato il nostro disagio sui personaggi,attori e ci siamo interrogati sullefficacia della ricerca estetica quando è messa a reagire con componenti acide. Il metateatro è stato per noi soltanto un dispositivo formale per parlare del nostro tempo, del nostro mondo politico e della deriva populista e destrorsa presa dai governi della civile Europa. Ci siamo sforzati di sospendere il giudizio durante tutto il processo di scrittura, con l'intenzione di rimandarlo al pubblico se nella commedia attica, nelle pause tra una scena e l'altra, l'attore si toglieva la maschera per inaugurare il momento della parabasi, la nostra scelta è quella di dilatare e sviluppare questa pratica. Provocare per stimolare un pensiero critico sul proprio presente, per innescare una presa di coscienza. Certo ci siamo schierati, ma soltanto contro. Giuseppe Maria Martino