Amicizia è una breve commedia scritta da Eduardo De Filippo nel 1952, contenuta nella Cantata dei giorni dispari.
Alberto Califano va a fare visita all'amico Bartolomeo Ciaccia che non vede da diversi anni. In casa scopre che l'amico è ormai alla fine dei suoi giorni e sua sorella, Carolina, lo accudisce devotamente e tenta di esaudire tutti i suoi desideri. L'infermo si rende odioso con il suo comportamento e l'amico si ritrova a dover interpretare diversi ruoli per venire incontro alle esigenze del malato.
Il teatro è un fatto sempre in divenire, ribolle sempre, eppure, nel nuovo sempre nascente, ogni tanto capita di farsi coccolare dal "teatro di una volta", il teatro "genitore" nel senso letterale, cioè che ha generato tutto ciò che è poi venuto dopo.
Gli atti unici di Eduardo sono parte di quel teatro-genitore con cui è necessario, di tanto in tanto, andare a confrontarsi; una perfetta coesistenza tra dramma e paradosso, una lezione esilarante di comicità, semplice e rigorosa. Tutto questo, va da sé, sta tutta in quel genio della misura che è Eduardo.
A distanza di settantanni questo atto unico di Eduardo, dialoga brillantemente con il nuovo millennio e permette, a me e ai due straordinari attori protagonisti, di divertirci a metterlo in scena "senza scene", sullo sfondo di una tra le ville vesuviane più belle, con la luce del tramonto, e gli insegnamenti del Maestro-genitore che ci porta ancora oggi per mano.
Luigi Russo