Le surreali avventure di Alice, i suoi incontri immaginari, i suoi slanci fantastici, gli anomali compagni di viaggio che si alternano al suo fianco, trovano alloggio ideale nello scenario naturale del Real Orto Botanico di Portici. Questo il giardino delle meraviglie, realtà parallela e nascosta al quotidiano. I fiori, le piante dai nomi spesso impossibili che preziosamente costellano i viali, le aiuole, gli spiazzi del orto borbonico, diventano nascondigli o alvei natii per abitatrici ed abitatori singolari: gatti invisibili, bruchi orientaleggianti, conigli frettolosi, regine decapitatrici, timidi re. Alice, lungo il viaggio, continuamente si trasforma alla ricerca di una identità sfuggente, il suo corpo asseconda le sue visioni e le visioni sono miraggi adolescenziali da incubo e da sogno. Le parole che dice e che ascolta sono spesso incomprensibili e inconcludenti; come nellincubo e nel sogno, hanno più suono che senso, sono confuse come appunto confuse sono spesso quelle delladolescenza. Difficile reperire una morale in questo al di là del senso, occorre lasciarsi rapire dalle immagini e dai suoni perché è dai suoni che può uscire forse un senso.
Claudio Di Palma